Giuseppe Gangale



Giuseppe Gangale nasce a Cirò Marina il 7 marzo 1898 da famiglia cattolica, compie con ottimi risultati gli studi liceali presso il collegio italo albanese di Sant’Adriano a San Demetrio Corone, per poi laurearsi in Filosofia a Firenze. Gli studi svolti in un ambiente interculturale, consentono a Giuseppe Gangale di dedicarsi con intensità e passione alle tematiche della tutela del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche.

Compiuti gli studi, Giuseppe Gangale parteciperà al primo conflitto mondiale e, al suo ritorno, si laurea presso la facoltà di filosofia di Firenze dove, tra l’altro, entra in contatto con il mondo evangelico ricevendone il battesimo, era il 1924. Nello stesso anno diventa direttore della rivista settimanale Conscientia dove scriverà articoli sulla libertà di religione, dopo qualche anno fonderà la casa editrice Doxa.

A seguito di approfonditi studi su Calvino e Hegel, Giuseppe Gangale aderisce intellettualmente alla tradizione dell’hegelismo meridionale e, per la sua opposizione intellettuale al fascismo, fu costretto all’esilio volontario. Durante gli anni dell’esilio Gangale entra in contatto con Louis Trolle Hjelmslev, linguista e filosofo danese rappresentante dello strutturalismo europeo e fondatore del circolo linguistico di Copenaghen. Qui Giuseppe Gangale approfondirà gli studi del linguista e semiologo svizzero Ferdinand de Saussure e fu in questi anni che concepirà il suo ardito progetto, collaborando con la cattedra di Louis Trolle Hjelmslev per compiere studi pioneristici sulle minoranze etniche, linguistiche, culturali e religiose Arbëreshë della Calabria centrale, avviando di fatto gli studi dialettologici moderni. E questo anche perché Giuseppe Gangale si accorge di una storia altra, quella da cui proviene, una storia nella storia, trascurata, ignorata, dimenticata, interessandosi alla rinascita della cultura Arbëreshë per la sua ricollocazione nella storia.

E allora Giuseppe Gangale ritornerà in Calabria per dedicarsi allo studio dell’arbërisht di alcune comunità albanofone della Calabria centrale e il suo metodo d’indagine si fondava sulla ricerca sul campo. Cioè, Giuseppe Gangale si servì dello strumento principe della pratica etnografica stando in costante contatto con i parlanti registrando canti, racconti, fiabe, poesie, rapsodie, filastrocche e preghiere, interessandosi soprattutto alla lingua viva.

Grazie a questo metodo, il suo contributo nello studio della lingua e della cultura Arbëreshë fu inestimabile. Per citarne qualcuno, Giuseppe Gangale ha sviluppato metodologie di ricerca e di analisi avanzate per quegli anni contribuendo, grazie alle sue registrazioni sul campo, a tramandare parlate destinate all’estinzione; è stato tra i primi a pubblicare materiali didattici per l’insegnamento dell’arbërisht nelle scuole delle comunità albanesi d’Italia quando l’insegnamento scolastico di lingue minoritarie era un’utopia; si dedicò all’analisi di testi letterari arbëreshë e, non per ultimo, ha raccolto e salvato dalla dispersione manoscritti arbëreshë ancora oggi consultabili. E ancora, Giuseppe Gangale pubblicherà studi filologici e grammaticali; trascrizioni fonetiche delle parlate delle comunità da lui studiate; nonché fascicoli, glossari, manoscritti e testimonianze etnologiche arbëreshë. Si tratta di un corpus documentario unico nel suo genere al tempo confluito presso la biblioteca del Centro greco-albanese di glottologia di Crotone da lui fondato e dove ricoprì la carica di direttore, oggi consultabile in parte presso la Biblioteca dell’area Umanistica dell’Università della Calabria di Cosenza e in parte presso il Centro culturale “G. Gangale” di Caraffa di Catanzaro.

In ogni modo Giuseppe Gangale aveva una visione ben precisa, perché la raccolta dei materiali sul campo e la loro organizzazione avevano lo scopo di produrre materiali didattici da impiegare nell’insegnamento dell’arbërisht nelle scuole e far rivivere la lingua e la cultura degli arbëreshë. A tale scopo, Giuseppe Gangale proporrà addirittura l’inserimento dell’arbërisht nei programmi scolastici con la fondazione di classi monolingui nelle scuole materne tenute rigorosamente da maestre madrelingua.

È evidente, dunque, che l’impegno intellettuale e civile di Giuseppe Gangale per evitare l’estinzione della lingua e della cultura arbëreshë fu inesauribile, un impegno capace di rimanere vivo anche dopo la sua morte per contaminare generazioni di intellettuali e studiosi lasciando una preziosa eredità.



Bibliografia:
Istituto d’Istruzione Superiore Giuseppe Gangale – Cirò Marina (KR);
Giovanni Belluscio, Giuseppe Tommaso Gangale per la rinascita dell’arbërisht nella Calabria centrale: l’utopia dimenticata… l’utopia realizzata.

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