La cultura Arbëreshë

La cultura Arbëreshë, riconosciuta come minoranza storico-linguistica Italiana dall’art. 2 della legge 482/1999, è una cultura ricca di tradizioni e di espressioni ereditate e tramandate attraverso il processo di trasmissione intergenerazionale di usi e costumi, trasmissione legata alla forma orale.

La cultura Arbëreshë è una cultura etnica basata essenzialmente sull’uso di una lingua e delle sue conseguenti espressioni, con un patrimonio culturale immateriale ancora vivo e, assieme alla comunità dei greci di Calabria dell’area Grecanica e gli Occitani di Guardia Piemontese, è una delle tre minoranze storico-linguistiche Calabresi.

Le prime massicce migrazioni di colonie Albanesi in Calabria risalgano al 1461-1470 quando gruppi di Albanesi, al seguito di Giovanni Castriota Scanderbeg, giunsero nelle zone del Regno di Napoli. In questi anni Giorgio Castriota Scanderbeg arrivò in Italia con un corpo di spedizione in aiuto a Ferdinando I d’Aragona nella lotta contro Giovanni II d’Angiò così, per i servizi resi, fu concesso ai soldati Albanesi e alle loro famiglie di stanziarsi prima in Puglia e di seguito in Calabria.

Negli anni 1470-1478 s’intensificarono i rapporti tra il regno di Napoli e i nobili Albanesi in seguito al matrimonio tra Irene Castriota (nipote di Scanderbeg) e il principe Pietro Antonio Sanseverino di Bisignano in Calabria. Fu questo il periodo in cui gruppi di Albanesi s’insediarono in Calabria caratterizzando per sempre con la loro cultura, la loro religione e le loro tradizioni, i luoghi in cui s’insediarono.

Le principali comunità arbëreshë calabresi sono: Acquaformosa, Amato, Andali, Cantinella (frazione di Corigliano Calabro), Caraffa di Catanzaro, Carfizzi, Castroregio, Cavallerizzo (frazione di Cerzeto), Cerzeto, Civita, Eianina (frazione di Frascineto), Falconara Albanese, Farneta (frazione di Castroregio), Firmo, Frascineto, Lungro, Macchia Albanese (frazione di San Demetrio Corone), Marcedusa, Marri (frazione di San Benedetto Ullano), Pallagorio, Plataci, San Basile, San Benedetto Ullano, Santa Caterina Albanese, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, San Giacomo di Cerzeto, San Martino di Finita, San Nicola dell’Alto, Santa Sofia d’Epiro, Spezzano Albanese, Vaccarizzo Albanese, Vena di Maida, Zangarona.

Tra i temi ricorrenti nella cultura tradizionale Arbëreshë sono la nostalgia della patria, il ricordo delle gesta di Scanderbeg, eroe albanese, e la diaspora in seguito all'invasione turca.

Tra le manifestazioni tradizionali Arbëreshë di particolare rilievo sono le Vallje con cui le comunità Arbëreshë di Calabria ricordano le grandi battaglie e la vittoria del condottiero Giorgio Castriota Scanderbeg sugli oppressori Turchi. Per ricordare Scanderbeg le comunità Arbëreshë eseguono le Vallje, sono delle ridde popolari, danze aperte in cui non si chiude mai il cerchio, che ri-propongono la forma di un serpente che circola, che continua il suo viaggio, quasi a testimoniare un popolo in cammino, un popolo che ha un inizio e che si spera non abbia mai una fine. Le Vallje sono anche cori eseguiti dalle comunità per ricordare la vittoria del condottiero Giorgio Castriota Scanderbeg sugli oppressori turchi. I testi dei canti, in lingua arbëreshë, sono molto antichi e sono tramandati in via orale, narrano la storia di una famiglia numerosa e ricca dell'Albania.

Importante è anche la Gjitonia Arbëreshë, quell’unità fisica, sociale e simbolica risultato, anche, delle particolarità urbanistiche e architettoniche degli insediamenti abitativi delle comunità Arbëreshë. La Gjitonia Arbëreshë è, infatti, quel luogo circoscritto da poche case che si affacciano su una piazzetta dove, specialmente le donne, sedute su gradoni in genere murati, si riuniscono per svolgere le funzioni quotidiane. Così i Gjitoni (i vicini) pare si aiutino sia nello svolgere le attività produttive che in caso di esigenze scambiandosi, soprattutto in passato, anche prodotti alimentari, come prestarsi il pane, instaurando così importanti e duraturi vincoli di solidarietà. A Caraffa di Catanzaro persiste ancora un antico detto popolare che restituisce l’essenza della Gjitonia Arbëreshë: Gjitoni è più che parente, il vicino è più intimo di un parente.

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